La delocalizzazione a pochi passi dall'Italia
Cresce il numero delle piccole e medie imprese italiane che decidono di investire in Serbia
Ormai non sono soltanto i grandi gruppi, come FIAT e Benetton, a delocalizzare le proprie attività in Serbia, ma anche le piccole e medie imprese. Le ragioni di tale fenomeno sono diverse. Eccone alcune:
- contributi statali di assunzione: le recenti riforme attuate dal Governo serbo mirano all’aumento degli indici di occupazione. Pertanto sono previsti incentivi statali per quelle aziende straniere che assumo un numero minimo di dipendenti serbi per almeno tre anni.
- basso costo della manodopera: nonostante gli standard di preparazione e professionalità degli operai e dei professionisti serbi siano pari a quelli dei colleghi italiani, il costo della manodopera è molto basso, essendo lo stesso costo della vita, mantenuto a livelli ragionevoli.
- burocrazia veloce ed efficiente: per costituire una società commerciale in Serbia, sono sufficienti 5 giorni lavorativi.
- aree di libero scambio: sono ben otto le tax free zone presenti in Serbia: Sabac, Uzic, Pirot, Subotica, Zrenjanin, Novi Sad, Kragujevac, e Jug. In queste zone è possibile delocalizzare parte della propria impresa, senza compromettere l’origine italiana dei prodotti, in conformità con i Regolamenti e le Direttive europee in materia di diritto doganale.
Avvocato presso Santaniello & Partners
Sulla Serbia, vedi anche:
Accordo bilaterale di cooperazione culturale ed istruzione tra Italia e Serbia
Proprietà Intellttuale in Serbia
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