Diritti degli stranieri in Italia
Il diritto all'uso di una lingua comprensibile nel corso di un procedimento penale
A norma dell'art. 143 del codice di procedura penale, l'imputato che non conosce la lingua italiana ha diritto di farsi assistere gratuitamente da un interprete al fine di poter comprendere l'accusa contro di lui formulata e di seguire il compimento degli atti cui partecipa.
La nomina dell'interprete o del traduttore, deve essere effettuata non appena viene accertata la mancata conoscenza della lingua italiana da parte dell'imputato. Anche quando il giudice, il magistrato del pubblico ministero o gli ufficiali di polizia giudiziaria siano in grado di comunicare nella lingua dell'imputato, deve essere disposta la nomina dell'interprete.
L'importanza che viene data al diritto ad un interprete, è manifestata dal fatto che chi è nominato interprete o traduttore, non può sottrarsi al compito (salvo i casi di incompatibilità, di ricusazione e di astensione).
Il diritto all'interprete è riconosciuto anche alla persona sottoposta alle indagini preliminari, in virtù dell'estensione dei diritti e delle garanzie dell'imputato operata dall'art. 61 del codice di procedura penale.
Avv. Luca Santaniello
Nota: sull'argomento vedi anche What to do if you are arrested in Italy
Diffusione autorizzata esclusivamente con indicazione della fonte (link) e dell'autore