La residenza abituale nella sottrazione internazionale di minori
La condizione della residenza abituale per l'applicazione della Convenzione dell'Aja del 1980.
Ai fini della restituzione del minore e del ripristino del diritto di visita, la determinazione dello Stato di residenza abituale del bambino risulta decisiva. Infatti, per ottenere l'applicazione della Convenzione dell'Aja del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori, il richiedente deve, innanzitutto, dimostrare che il minore abbia la sua "residenza abituale" in uno Stato aderente alla Convenzione e che sia stato illecitamente trasferito o trattenuto in un altro Stato membro. Così ad esempio, la Convenzione non potrà applicarsi se il minore sia stato trasferito in Giappone, che appunto non aderisce alla Convenzione dell'Aja.
La sottrazione deve essere internazionale, cioè riguardare due Stati riconosciuti come tali dalle Nazioni Unite. Così non potrà essere chiesta l'applicazione della Convenzione, quando il minore sottratto, anche se figlio di genitori di nazionalità diversa, si trovi sempre sul territorio dello Stato di abituale residenza, oppure, nei casi di Stati federali, il minore venga trasferito da uno Stato federato all'altro.
Nonostante l'importanza della determinazione della residenza abituale, la Convenzione dell'Aja non definisce la sua nozione. Infatti, è prevalente l'orientamento (sostenuto soprattutto dagli Stati Uniti d'America) secondo il quale sarebbe impossibile giungere ad un consenso unanime su una nozione unitaria di residenza abituale, dal momento che gli ordinamenti giuridici degli Stati membri, determinano ed individuano la residenza abituale secondo criteri diversi gli uni dagli altri.
Avv. Luca Santaniello
Sull'argomento vedi anche:
Avvocati esperti in sottrazione internazionale di minori
Mio figlio è stato portato all'estero, cosa devo fare?
Per richiedere maggiori informazioni, contattaci
Diffusione autorizzata esclusivamente con indicazione della fonte (link) e dell'autore